Frontespizio della prima edizione (google images) |
Qualche giorno fa, nel blog del mio amico Luca Fiorini, che ha scritto un post ricco e bello (come suo solito) dedicato al libro di Jane Austen che compie 200 anni, si è discusso di quanto sia ancora così attuale il romanzo.
E' stato ed è, uno dei romanzi più letti di sempre.
Che ci ha appassionato appena siamo state in grado di discernere.
Tutte ma proprio tutte, intrepide Lizzy innanzitutto e poi, a volte, a secondo dei periodi, Lydia,Mary,Jane e Kitty, le cinque sorelle Bennet.
Avvincente, divertente, ironico, con il suo prendere in giro la borghesia dell'epoca con tutti i suoi paletti e difetti, è in realtà un libro sull'amore che non va molto d'accordo con la ragione, e sull'autonomia e indipendenza femminile, punto fermo dell'autrice, riproposto in ogni suo lavoro.
Frontespizio prima edizione (google images) |
Anche un altro famosissimo romanzo di Jane Austen ci fa riflettere sull'amore ma partendo dalla contrapposizione della ragione sul sentimento.
Marianne la protagonista,si ritrova alla morte del padre con pochi mezzi, poichè tutto il patrimonio passa al fratello John. Lei e le altre due sorelle Elinor e Margaret, dovranno cercarsi una casa dove vivere adattandosi alle ristrettezze economiche.
Elinor la saggia e Marianne l'impulsiva, vedono l'amore in maniera diametralmente opposta. A Marianne tale visione costerà tantissimo in termini di sofferenza amorosa, ma alla fine comprenderà che l'esempio migliore per lei è l'assennatezza della sorella.E saprà abbracciare con amore sincero chi da sempre le è stato accanto, accontentandosi di adorarla in silenzio.
Insomma si parte dall'impulso per abbracciare la ragione.
E da ambedue i romanzi traggo spunto per allargare la riflessione.
Per prima cosa, su quanto il nostro orgoglio possa stravolgere la nostra ragione e i nostri sentimenti.
O le nostre opinioni.
O le nostre opinioni.
Ci possa in sostanza rendere ciechi.impedirci di ascoltare i battiti forsennati del nostro cuore, lui che non ci mente mai.
E di come, ancora oggi, l'emotività ci appartiene e ci calza come un guanto e di quanto questo talvolta ci faccia agire d'istinto, facendoci prendere decisioni impulsive che a volte poi, rimpiangiamo. Ho detto a volte.
Allo stesso tempo pensiamo a quanto il pregiudizio, possa attaccare il nostro equilibrio e la nostra ragionevolezza, rendendoci poco obiettivi nei confronti di chi critichiamo alla luce di un elemento falso o dubbio.
Io penso che nessuno di noi sia stato immune da ambedue i difetti.
Nella nostra vita ci saranno stati momenti di puro orgoglio e momenti di irrefrenabile pregiudizio.
Non credo a chi dice di non avere mai avuto episodi, magari anche piccoli, in cui è venuto fuori il peggio, la marea del male che nascondiamo bene dentro di noi.
Fanno parte della nostra natura, solo che di solito sappiamo dominarli, non ci facciamo travolgere, li teniamo a bada.
Usando la sensibilità e la ragione che ci appartiene restiamo ancorati alla realtà.Se capita, un secondo dopo ci siamo già pentiti di quanto abbiamo pensato degli altri e di quanto siamo stati poco modesti.
Ritengo sia molto forte il collegamento tra i due pregi e i due difetti.
Io preferisco il senso e la sensibilità, all'orgoglio e al pregiudizio.
Ma agli ultimi due non sono stata immune e c'è la probabilità che possa accadermi ancora.Ma constatare che fa parte di me mi consente di sperare che, nella vita si può solo migliorare, se il meglio deve ancora venire.
Ma alla fine di questo ragionamento moderato, non pensate che gli impulsi emotivi siano la parte migliore di noi? Utilizziano la ragione per placarli, lasciandoci convincere dalla vocina interna(quella che rompe sempre le balle) di avere fatto la scelta più corretta.
Ma in tutta sincerità quante volte nella nostra vita avremmo voluto dare un calcio a tutto e a tutti e partire, per godere, ridere,respirare,amare, fino alla fine del mondo?
O NO?
Io se solo potessi, se solo potessi, partirei domani...
PS: SUL BLOG DI LUCA FIORINI CI SONO DELLE FOTO SPECIALI, VI CONSIGLIO DI FARE UN SALTO.