30 aprile 2014

1° Maggio 1994




Ayrton Senna ( immagine dal web)





Che cosa stavate facendo il 1° maggio di vent'anni fa?
Niente di strettamente collegato alla festa dei lavoratori, magari.
Io, pur avendo una pessima memoria a differenza di alcuni miei amici, me lo ricordo perfettamente. Ci sono infatti giorni che restano impressi come  gli scatti di una polaroid. Giri le pagine degli album e  ne percepisci perfino gli odori.
Era una domenica di sole e noi raggiungevamo degli amici in quel di Alessandria.
Una combriccola di "farloffoni".
Parte della compagnia arrivava da Milano ma il grosso era tutto della zona.
Ci si vedeva con la frequenza tipica di quell'età. Sembrava che qualsiasi cosa non fosse possibile attuarla senza il beneplacito di tutto il gruppo.
E vacanze, fine settimana, concerti, vendemmie, castagnate, incontri soprattutto mangiarecci e dedicate alla bagna cauda, si pianificavano insieme.
Al solito davanti ad una tavola apparecchiata.
Si passava da una casa all'altra, o da un ristorante/cascina/agriturismo/rifugio, all'altro.

Crapuloni di indole e di fatto.
Certo, in questa girandola di incontri si cercava anche di buttarci dentro dello sport.
Ma mica roba seria eh.
Tiro con l'arco, bowling, incontri di sumo. 
No scherzo, incontri di sumo no, i ragazzi tentavano di  proporre la lotta libera nel fango tra donne, e noi chiaramente, li mandavamo a cagare.
Quella domenica si era deciso di passarla in un agriturismo sopra Tortona, nei boschi.
Come divertimento sportivo avevamo pensato al tiro con l'arco.
Ho ancora le foto di noi intenti a sparare frecce ad minchiam. 
Tentando all'ultimo momento di cambiare mira e colpire al sedere qualcuno dei nostri compagni.
Che poi, noi donne eravamo più brave.

Durante la solita abbuffata, si discusse di cosa fare nel pomeriggio.
C'era chi voleva fare una passeggiata, altri semplicemente nulla ma dormicchiare sulle amache poste fuori. Altri ancora, volevano guardare il GranPremio di San Marino.

Come ho già ampiamente spiegato in passato, pratico un  tifo smodato per l'INTER, la mia squadra del cuore e per la FERRARI, la celeberrima rossa.

Di regola avrei dovuto tifare per il mio team! LO FACEVO CERTO!
Ma resto sempre una romantico-sentimentale e  in quegli anni non si poteva  avere occhi e cuore che per un pilota in particolare.
Un brasiliano, bello e tenebroso come un personaggio di Emily Bronte; lui spingeva forte il pedale con un tocco veloce e perfetto. Io pregavo da tempo che arrivasse da noi, ma le preghiere non dovevano aver funzionato molto bene se nel frattempo era giunto il suo rivale di sempre, Alain Prost.
Lui era Ayrton Senna.
Schizzava come una saetta, aveva un sorriso che ti spaccava in due le membra, quando si decideva. E uno sguardo profondo e cupo. Sempre concentrato. Il suo lavoro e i suoi impegni. Gli avversari. La vita.
Sicuro e deciso.  E Sulla pista spesso violento e furente.
Ho memoria dei suoi duelli con Prost quando erano in McLaren.E anche dopo. Le litigate e gli scontri, sia sul tracciato che fuori. Tutto rendeva ogni gara memorabile. ERANO CAMPIONI.
Ora invece vige la calma piatta. Con una scuderia che domina da tanti anni e la Ferrari che arranca sempre più disperata, sempre meno competitiva.

Quell'anno aveva cambiato squadra ed era passato alla Williams. Non era  un gran campionato, la macchina non gli consentiva le prestazioni a cui ci aveva abituato. Spingeva sempre al massimo ma la vettura non rispondeva come avrebbe dovuto. Era partito sottotono mentre una nuova stella si affacciava sul mondo della Formula Uno: Michael Schumacher.
Nei giorni precedenti c'era stato un brutto incidente ad un suo compagno di "lavoro" Rubens Barrichello. E un altro compagno,Roland Ratzenberger giovane ragazzo austriaco, era morto il giorno prima alla curva Villeneuve.
Alcuni amici tra cui il suo medico personale, gli avevano suggerito di non correre. Del resto era il pilota migliore al mondo, già titolare di tre Mondiali.
Voleva continuare; non era ancora il tempo diceva, di passare oltre. Ma forse lo diceva più per convincere gli altri che per se stesso. 
Le gare, la velocità, scorrevano nelle sue vene più forti del sangue. CHIARO, avrebbe corso. 

Rimasi con il resto del gruppo a guardar correre sulla pista e per l'ultima volta, il più grande campione del mondo.
E quando la macchina tirò dritto senza fermarsi andandosi a piantare contro un muro, rimanemmo tutti per un lungo istante immobili e increduli.
Il tempo si ferma, non si sente alcun rumore.
Vedemmo dalle immagini che diventarono impietose, quel casco reclinato tutto da una parte.
Istanti eterni. Ricordo tutto e lo rivedo come un vecchio film muto, e una lontana immagine di morte, scolpita negli occhi della mia adolescenza vi  si sovrappose. Un altro campione amatissimo. Un destino simile, Gilles Villeneuve.
Sono certa che chiunque sia stato davanti a quella scena che la tv ripropose infinite volte, si ricordi tutto alla perfezione.
Persino l'istante in cui un leggero movimento all'interno dell'abitacolo ci fece riprendere fiato.
L'attimo dell'illusione. Che potesse esserci un altro finale.

Sapeva che poteva succedere. Non ne aveva mai fatto mistero. Il problema era che noi pensavamo fosse immortale e un po'  lo credeva anche lui... che avrebbe ancora guidato in quella maniera unica per tanto tempo.

Ora che ci penso avevamo ragione tutti.
Guida ancora così, esattamente dove gli pare.










23 aprile 2014

Avere tempo.



Quante cose riuscirei a fare se il tempo non fosse sempre contro di me.
Vorrei giornate di sole da trascorrere sdraiata su erba morbida e profumata, mentre scivolo 
tra le parole che si  rincorrono veloci, sulle pagine di un libro da domare e fare mio.
Che i libri da domare a volte riservano attimi così intensi che ti ripagano della fatica e dell'attenzione.

E pause da passare immobile, il volto rivolto al cielo e al sole.
Sentirei il calore attraversarmi le membra a volte troppo stanche.
E passerei istanti pieni di luce a cercare anche le ombre.

Poi camminerei lasciando viaggiare le gambe senza alcuna meta.
Nella mia città d'adozione, che adoro. Negli angoli nascosti di quella che è una "signora" molto riservata e che si mostra nel pieno della sua bellezza spesso solo alla luce della luna. Quando il clamore della vita si spegne lentamente e tu ti incanti alla meraviglia di una strada piccola e nascosta, in fondo alla quale appare un palazzo antico in tutto il suo splendore.
A volte accade quando è splendente di giornata limpida e tersa, come se fosse adagiata sulle Dolomiti.
E mi sembra di essere altrove.

Respirerei profondamente, salutando ogni persona che incontro. E sorriderei a tutti come mi capita con le persone anziane e con i bambini.
Quando al mattino nella mia folle corsa incontro mamme affaticate  e nonne stanche di anni.
E rimane naturale donare quel poco che posseggo.
Un posto, un momento di rispetto, un sorriso di ringraziamento.
Poi mi sento leggerissima, grazie ad un gesto semplicissimo.
Un regalo che è possibile concedere a tutti, facendo vibrare le corde di uno strumento delicatissimo qual è  il nostro cuore.

E guarderei indietro e al mio fianco. Tutto a posto mi direi. E aspetterei con serenità i giorni che verranno.

Se avessi tempo?
Io avrò tempo.








19 aprile 2014

Una notte con la pioggia e la magia delle parole di Gabo


Anche stasera non si dorme.

Sono entrata nel blog di un amico (ciao Fra') e mi sono lasciata catturare dal bellissimo pezzo rock che accompagnava il suo ultimo post.
Mi ha fatto molto bene. Ha calmato mente e cuore.

Oggi mi sono svegliata con una pessima notizia.
La morte del mio scrittore preferito.
Lo hanno celebrato in tanti, il mio narratore magico.
Io sono riuscita solo a postare  una foto di quasi tutti i libri che ho letto di lui e che conservo gelosamente. Alcuni li ho prestati e non sono mai tornati.
Stamattina ho sfogliato quelle pagine. La maggior parte ingiallite dal tempo.
Mi accompagna fin dall'adolescenza.
Molti incipit dei suoi romanzi li conosco a memoria.
Ma le parole non mi vengono. Stranamente mi si blocca tutto in gola. 
E forse ho letto troppo di lui in questa lunga giornata.
Che tutto quello che il mio cuore mi detta diventa quasi superfluo.

Mi hai insegnato a correre lungo strade polverose,
a considerare la famiglia ricettacolo prezioso e misterioso,
a comprendere che la solitudine è un'amica, raramente una condanna.
Mi hai costretto a pensare ad amori interminabili sostenuti da parole 
vergate a mano pronte a catturarmi.
Ho cercato amici e dolori da interpretare e da cui poi fuggire.
Ti ho visto nelle canne e nelle capanne di argilla.
Un vecchio colonnello e un cane.
Sei riuscito a tirare fuori tutto di me.
A farmi scrivere, a vivere per raccontarla.

Ciao Gabo.






17 aprile 2014

Test allergologici



A volte provo a comprimere tutte le parole che mi svolazzano intorno.
Quelle che girano e girano; non so se vi capita mai o spesso.
Magari la giornata è cominciata bene e il sole ci ha messo del suo.
Ad esempio ieri era proprio così.
Ci sono stati sorrisi e allegria. Poi c'è stata una frase fuori posto, come un rumore scomposto ed è saltato tutto.
Stavo bene, sono giorni tranquilli, il fiume scorre placido. Sono di corsa sul lavoro, incasinatissima ma serena.
Dovevo fare un esame medico abbastanza noioso ieri. Perché mette a dura prova lo stomaco, uno degli organi più delicati che ho. 
L'ho fatto e adesso devo solo aspettare i risultati. 
La dottoressa, pensando di tranquillizzarmi, durante l'esame mi ha suggerito di fare dei test per le intolleranze alimentari, che spesso sono la causa dei dolori addominali di cui soffro.
Mi è parsa una buona idea in primis; solo che mi disturba passare una giornata intera a farmi fare dei buchini nelle braccia come mi è già capitato in passato.
Le ho chiesto informazioni sull'analisi del capello che a detta di molti amici, da gli stessi risultati senza tutto quello spreco di tempo e di pazienza. Oltre ad essere più immediato mira a scoprire le intolleranze del momento che sono quelle più dannose.
Naturalmente lei ha tagliato corto dicendo che ai suoi pazienti (chi io? ma se non mi conosce!) consiglia il programma terapeutico di esami che fanno presso la clinica dove esercita.
Ora.
Prima di tutto farò l'esame del capello per scoprire senza colpo ferire a cosa sono intollerante, visto che sembra non si tratti di gastrite dovuta a stress ma a cattiva alimentazione. 
Vabbè me lo devono ancora confermare ma siamo lì.
Secondo, sprecare tempo (mio) e soldi (sempre miei) per arrivare alla stessa conclusione con i test allergologici normali, mi sembra una castroneria.
Ma quella frase mi ha dato molto fastidio.
Siamo alle solite. Non il bene del paziente ormai cliente ma il "bene" da fare al sistema. O meglio al portafoglio del medico.
E stiamo parlando di un semplice test.
La parole compresse alla fine diventano una sola.
Farabutti.
Tutto torna. Gli interessi piccoli e grandi. Dal test  all'asportazione di organi sani sulla povera gente.
Vi sembra che stia esagerando?
No vero?





PS: chiaro che sto provocando eh!

13 aprile 2014

Tempo di 730 e di Unico


A dire il vero questa volta sarò brevissima.
Lo faccio di mestiere io.
E odio il tempo presente.
Odio le ricevute, gli scontrini, gli interessi dei mutui.
Prime case, seconde e terze.
Pensioni e cud.

Quelli che vorrebbero detrarsi pure le mutande.

Quelli che ti portano un pacco di ricevute unte, in cui trovi anche l'acquisto di pane e latte.

Quelli che la scadenza è il 30 aprile e si presentano con i documenti il 30 maggio.

Quelli che "mi sono dimenticato l'assicurazione" e tu avevi già chiuso la dichiarazione.

Quelli che non ti dicono di avere comprato una nuova casa nel frattempo.

Quelli che devi rincorrere per farti mandare gli acconti pagati a novembre.

Quelli dalla "gestione separata".

Quelli che preferiscono pagare a luglio. Ma senza versare gli interessi di mora.

Quelli che non pagheranno nemmeno a settembre di un anno da decidere.

Quelli che mi scambiano per la loro balia.

Quelli che "ma lei non me lo aveva detto!" Cazzo sono dieci anni che ti faccio la dichiarazione hai ancora bisogno dell'elenco?


Forse si capisce un po' meglio perché per un paio di mesi mi verrebbe voglia di mordere qualcuno?
Portate pazienza eh!





09 aprile 2014

Ma il marciapiede di chi è?



Torno a casa.
Sono di corsa, ho appena salito le scale della metropolitana. Il cielo è plumbeo, minaccia pioggia da un momento all'altro.
Mi affretto a cercare il mio ombrello tascabile nella borsa e come al solito non lo trovo.
Rallento, rasento il muro e provo a ficcarci in naso dentro.In borsa dico.
Ma dove diavolo si sarà cacciato? C'è di tutto nella borsa ma non lo trovo.
All'improvviso, sento alle mie spalle il trillo di un campanello, faccio appena in tempo a scostarmi rischiando una lussazione alla spalla per la botta che prendo sbattendo contro il muro. E vedo passare a tutta velocità una signora in bicicletta che non paga del campanello mi urla di spostarmi!
Ora.
In un primo momento ho mantenuto la calma.
Poi ho realizzato che:
1) ero sul marciapiedi.
2) non stavo transitando su di una pista ciclabile.
3) c'era abbastanza spazio al mio lato sinistro che poteva passarci un autotreno.
4) sono un pedone e ho tutti i diritti.
5) quindi non ero dalla parte del torto.
6) la signora invece era in bicicletta.
7) sul marciapiede.
8) senza pista ciclabile.
9) la strada era a due metri.
10) non doveva essere lì.

L'ho raggiunta in un battibaleno ferma al semaforo.
Credo di averle urlato dietro di tutto.
E lei a me ...

Cioè, voleva avere ragione eh.
L'ho mandata a fanculo.
Quando ci vuole...




05 aprile 2014

La città vuota




Le strade piene, la folla intorno a me 
mi parla e ride e nulla sa di te 
io vedo intorno a me chi passa e va 
ma so che la città 
vuota mi sembrerà se non ci sei tu 

C'è chi ogni sera mi vuole accanto a sé 
ma non m'importa se i suoi baci mi darà 
io penso sempre a te, soltanto a te 
e so che la città vuota mi sembrerà se non torni tu, 
come puoi tu vivere ancor solo senza me 
non senti tu che non finì il nostro amor. 

Le strade vuote, deserte sempre più 
leggo il tuo nome ovunque intorno a me 
torna da me amor e non sarà più vuota la città 
ed io vivrò con te tutti i miei giorni 
tutti i miei giorni, tutti i miei giorni




E' forse la canzone di Mina che preferisco. Seguendo Fiorello alla tele oggi,  ho scoperto che è anche la sua.
Mi fa piacere la coincidenza.
Mi ci ha fatto pensare e ha ispirato il mio post di oggi.
Un amore così.
Di quelli finiti senza lieto fine ma che il vento ci tiene addosso.
Voi che ne pensate?
Vi è mai capitato?
Avete nostalgia per qualcuno a cui ogni tanto pensate perché, anche se è all'interno di uno dei cassetti ormai chiusi del cuore, basta una frase di canzone, un profumo nell'aria che vi investe all'improvviso, una strada che percorrete, un vestito o un semplice sguardo di sconosciuto e all'improvviso vi ritrovate esattamente lì, come allora?





01 aprile 2014

Considerazioni sul fine settimana appena passato





I monti 1 (foto MS


Sono stata via. 
Qualche giorno in montagna. Tra le Dolomiti e il lago di Garda.
La natura, il tempo splendido, la neve. E allo stesso tempo il caldo, la primavera in arrivo, i colori del risveglio.
Il tempo sospeso; una modalità lenta.
Dormire, mangiare, passeggiare. Rilassarsi, mentre tutto attorno scorre senza nemmeno sfiorarci.
Dalla porta finestra della camera vedo le piste da sci.
Dalla finestra della sala ristorante, la cima di fronte  oltrepassa i 2000 metri.
Poi lo sguardo di posa all'interno. 
La gente che mi circonda.
Non si parla, si bisbiglia. Nessun rumore quasi. Qualche sorriso, sussurri e parole che si perdono e  ti arrivano indistinti. Anche se chi parla ti è a fianco.
Famiglie ma anche tante coppie.
E come noi, sono avvolti da una leggera bambagia che protegge.
Certo, il posto ispira.
E non è da trascurare il fatto che volendo ci sono vari benefit aggiuntivi, che rendono ancora più piacevole il soggiorno.
E arriva il "pensieraccio" della sera.
Per me la piccola vacanza è stata un regalo. Di compleanno, per la precisione. E dopo quasi un anno siamo finalmente riusciti a partire.





I monti 2 (foto MS)

Non è che sia nostra consuetudine passare in posti simili il fine settimana.
Ma lì, attorno a noi, c'era gente che sembrava molto abituata.
Persone che, tutte le settimane si spostano e vanno a "rilassarsi"in posti come quello.
Economicamente molto dispendioso.
Noi siamo stati bene ma sappiamo che difficilmente torneremo.




Un particolare esterno della struttura ospite (foto MS)




Non ci siamo sentiti a disagio però tutto quell'eccesso alla fine ci ha colpiti.
Non è da noi.
Ma è da tanta, tanta gente.
Non credevo, questa è la verità.
Porca miseria.

PS: mi sono tolta un sacco di sfizi. Massaggi, Spa, piscina, sauna ecc...ecc...ecc...E quando mi ricapita???







Io e la mia amica Cameron sul lettino della Spa (foto MS)